"Si va bene ma tu perché lo fai?"
Non mi sono mai preoccupata molto, di chi ritiene che io sia un po' strana.
Però, a furia di sentirsi far domande, va a finire che una inizia davvero a cercare delle risposte.
Questo mestiere mi piace, anzi non riesco a immaginarmene un altro che possa piacermi di più. Posso dire che mi diverte.
Mi piace trovarmi spesso di fronte a nuove difficoltà, a problemi inaspettati, mi piace lavorare in condizioni e situazioni così diverse, spesso complesse e anche rischiose, ma sempre stimolanti.
In fondo è un gioco. Nel senso più vero, come gli scacchi o Dungeons and Dragons. Attività libere, non condizionate, senza secondi fini, che si praticano solo perché piacciono. E perché piace vincere, come a me piace vincere nei miei personali obiettivi.
Dimostrare che si può fare, che si può riuscire in qualcosa di utile anche quando sembra impossibile, quando le porte sembrano tutte chiuse.
Accettare la sfida, misurarsi con le difficoltà.
Ma è una sfida particolare, perché riguarda molti. Perché sono in tanti a vincere, quando si vince, e perché è importante che questo gioco continui, che dopo una gara ne cominci un'altra.
Serve che ci sia, questa sfida.